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TUTTO L’ANNO – le sedi museali e i beni culturali

cenacoloCENACOLO VINCIANO

Milano

Info e prenotazioni Call center +39 02 92800360

www.cenacolovinciano.net

L'Ultima Cena di Leonardo da Vinci rappresenta in assoluto una delle opere d'arte più importanti di tutti i tempi, sia per la sua carica innovativa che per l'impatto che ebbe sugli artisti di tutte le epoche, dai contemporanei a Warhol. Leonardo vi rappresenta il momento più drammatico del Vangelo quando Cristo annuncia il tradimento di uno degli apostoli (In verità vi dico uno di voi mi tradirà).

Il capolavoro di Leonardo e del Rinascimento italiano in generale, a causa della singolare tecnica pittorica utilizzata dall’autore, iniziò ben presto a deteriorarsi.

Nel corso dei secoli, di conseguenza, si susseguirono molti restauri nel tentativo di salvare l’opera.

Nel 1999, dopo oltre vent'anni di lavoro, si è concluso l'ultimo intervento conservativo che, grazie alla rimozione di tante ridipinture, ha riportato in luce le stesure originali. L’ingresso al refettorio è consentito a gruppi di massimo 25 persone, al fine di preservare lo stato dell’opera e proteggerla da umidità e inquinamento.

pinacotecaPINACOTECA DI BRERA

Milano

Info e prenotazioni Call center +39 02 92800361

www.pinacotecabrera.net

Museo di statura internazionale, la Pinacoteca di Brera nacque a fianco dell'Accademia di Belle Arti, voluta da Maria Teresa d’Austria nel 1776, con finalità didattiche. Doveva infatti costituire una collezione di opere esemplari, destinate alla formazione degli studenti.

Quando Milano divenne capitale del Regno Italico la raccolta, per volontà di Napoleone, si trasformò in un museo che intendeva esporre i dipinti più significativi provenienti da tutti i territori conquistati dalle armate francesi. Brera quindi, a differenza di altri grandi musei italiani, come gli Uffizi ad esempio, non nasce dal collezionismo privato dei principi e dell'aristocrazia ma da quello politico e di stato.

Infatti a partire dai primi anni dell'Ottocento, anche in seguito alla soppressione di molti ordini religiosi, vi confluirono i dipinti requisiti da chiese e conventi lombardi, cui si aggiunsero le opere di identica provenienza sottratte ai vari dipartimenti del Regno Italico.

Questa nascita spiega la prevalenza, nelle raccolte, dei dipinti sacri, spesso di grande formato e conferisce al museo una fisionomia particolare, solo in parte attenuata dalle successive acquisizioni.

giottoCAPPELLA DEGLI SCROVEGNI - MUSEI CIVICI AGLI EREMITANI

Padova

Info e prenotazioni Call center +39 049 2010020

www.cappelladegliscrovegni.it

La Cappella intitolata a Santa Maria della Carità, affrescata tra il 1303 e il 1305 da Giotto su incarico di Enrico degli Scrovegni costituisce uno dei massimi capolavori dell'arte occidentale, ed è considerato il ciclo più completo di affreschi realizzato dal grande maestro toscano nella sua maturità. L'edificio era originariamente collegato al palazzo di famiglia, fatto erigere dopo il 1300, seguendo il tracciato ellittico dei resti dell'arena romana. Il ciclo pittorico ricopre interamente le pareti della Cappella.

La narrazione si sviluppa in tre temi principali: gli episodi della vita di Gioacchino e Anna (riquadri 1-6), gli episodi della vita di Maria (riquadri 7-13) e gli episodi della vita e morte di Cristo. In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virtù.

Nella controfacciata è dipinto il grandioso Giudizio Universale, con il quale si conclude la vicenda della salvazione umana. Nel 1880 la Cappella è stata acquisita dalla città di Padova.

Nell'Ottocento e nel Novecento sono stati compiuti svariati interventi conservativi; dagli anni settanta fino ai giorni nostri, grazie alla stretta collaborazione tra Amministrazione locale, Soprintendenze e Istituto Centrale per il Restauro, sono stati compiuti accurati studi e monitoraggi sullo stato dell'edificio, sulla qualità dell'aria, sui fattori inquinanti, sullo stato di conservazione delle pitture.

Gli ultimi controlli, evidenziando una stabilizzazione della situazione, hanno permesso di eseguire il restauro, svolto dall'Istituto Centrale per il Restauro grazie al protocollo di intesa siglato tra il Comune e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

La costruzione del nuovo corpo di accesso, unitamente all'installazione di un impianto di trattamento dell'aria, permette di gestire il forte flusso dei visitatori in modo tale da non pregiudicare la conservazione degli affreschi.

La Cappella degli Scrovegni è annessa al complesso dei Musei Civici agli Eremitani, che raggruppa il Museo Archeologico e il Museo d'Arte Medioevale e Moderna.

I Musei sono ospitati nei chiostri dell'ex convento dei frati Eremitani. Il nucleo originario dei Musei Civici di Padova è riconoscibile nelle ricche collezioni pervenute al demanio a seguito delle soppressioni del Convento di San Giovanni da Verdara (1783) e di altri enti religiosi (1810). Nel 1825 l'abate Giuseppe Furlanetto aveva ordinato nelle logge del Palazzo della Ragione una raccolta di lapidi venetiche, greche e romane che fu inaugurata da Francesco I d'Austria con il nome di Museo.

Grazie all'impegno e alla passione di Andrea Gloria entrarono a far parte delle proprietà comunali opere d'arte, biblioteche di privati e collezionisti padovani e le vecchie carte delle Magistrature cittadine.

Si formarono così la Pinacoteca, la Biblioteca e l'Archivio, quest'ultimo passato nel 1948 alle competenze dello Stato.

vescoviVILLA DEI VESCOVI

Torreglia – Padova

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Villa dei Vescovi domina con la sua incontrastata bellezza il paesaggio rurale dei Colli Euganei, a Luvigliano.

Fu edificata su un terrapieno dei Colli Euganei tra il 1535 e il 1542 come casa di villeggiatura del vescovo di Padova, Francesco Pisani, che la trasformò in sede di un cenacolo intellettuale frequentato da importanti letterati e umanisti del tempo.

Il progetto fu affidato al pittore-architetto veronese Giovanni Maria Falconetto, mentre la direzione dei lavori spettò all’erudito veneziano Alvise Cornaro.

Al piano nobile la dimora è arricchita da un ciclo di affreschi realizzati a partire dal 1542 dal pittore fiammingo Lambert Sustris, molti dei quali evocano fedelmente il paesaggio circostante, con eleganti e frequenti richiami alla cultura e alla mitologia classiche. Arredi d'epoca scelti e raccolti dalla famiglia Olcese – proprietaria della dimora fino al 2005 – contribuiscono a ricreare l'ambiente e l'atmosfera del periodo di massimo splendore della villa. La sede fa ora parte del patrimonio del F.A.I.

A poca distanza si trovano altri luoghi interessanti, che, come Villa dei Vescovi si inseriscono appieno nella cornice dei Colli Euganei creando un connubio indissolubile tra arte, natura e storia: l'Abbazia benedettina di Praglia con la sua antica biblioteca, il Giardino di Villa Barbarigo a Valsanzibio, classico esempio di giardino all'italiana secentesco con statue, giochi d’acqua, fontane e peschiere, il Castello del Catajo, singolare residenza nobiliare concepita come una fortezza e la Casa del Petrarca che, insieme al borgo medievale di Arquà, fanno di questo territorio uno scrigno prezioso ed ineguagliabile.